Da "C'è ancora domani" a "Anatomia di una caduta": la Consultazione Psicoanalitica per la coppia
ELISA SOLLINI*, ELEONORA VAZZOLER**, IVAN GARGIULO***, STEFANIA SQUIZZATO ****
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Il cinema, grazie alla sua capacità di dare forma visiva alle dinamiche interiori più complesse, si dimostra un mezzo potente per indagare i temi della psicoanalisi. Due recenti pellicole, C’è ancora domani e Anatomia di una caduta, offrono uno sguardo penetrante sulle relazioni di coppia, esplorando due differenti, ma altrettanto dolorose, manifestazioni patologiche del legame affettivo.
C’è ancora domani è ambientato alla fine della Seconda Guerra Mondiale e racconta di un legame di coppia basato sulla frustrazione e la rassegnazione. Il film segue il percorso di autoconsapevolezza della protagonista, offrendo uno spaccato intimo del lento percorso che compie per arrivare alla presa di coscienza di sé.
Diversamente, Anatomia di una caduta si concentra su una coppia contemporanea, in cui la costruzione dell’identità personale è dominata dalla realizzazione narcisistica. In questo contesto, la frustrazione e il limite diventano il motore del fallimento esistenziale, mettendo in scena la disgregazione della coppia.
In entrambe le storie, il legame amoroso, seppur evocato con nostalgia, appare irrimediabilmente perduto per i protagonisti. La relazione, lungi dall’essere una risorsa per la propria vita, si rivela piuttosto un ostacolo alla realizzazione del Sé.
Nel caso di C’è ancora domani, emerge un’interessante discrepanza tra la critica e il pubblico. Mentre la critica, sia in Italia che all’estero, ha accolto il film come un capolavoro, le reazioni degli spettatori sono state più variegate, oscillando tra chi lo ha vissuto come una storia di commozione e speranza, e chi invece ne è rimasto turbato o deluso. La conclusione del film, sorprendente e perturbante, è uno degli elementi più dibattuti: la regista lascia infatti piccoli indizi per far comprendere che Delia non sta cercando una fuga come via di salvezza, punta piuttosto a un cambiamento profondo.
L’idea che Delia potesse salvarsi attraverso un nuovo amore sarebbe stata forse liberatoria, ma avrebbe anche lasciato l’amaro in bocca, suggerendo una fuga da un legame di dipendenza ad un altro. In questo senso, nulla sarebbe cambiato realmente. La dinamica della ripetizione di legami disperati è una costante che emerge frequentemente nel lavoro clinico. Nelle relazioni affettive, la fase iniziale di idealizzazione spesso lascia spazio a dinamiche simbiotiche che, pur non raggiungendo gli estremi narrati nel film, possono comunque portare a una dolorosa perdita della propria libertà e individualità.
In ambito clinico si osserva come il passato, quando non adeguatamente elaborato, tenda a ripetersi, e come un cambiamento esterno non possa avvenire senza una trasformazione interiore. Diversamente se questa ripetizione non si manifesta direttamente nella propria vita, può agire in termini transgenerazionali. Ed è proprio questa dinamica che C’è ancora domani rappresenta con cruda realtà: la fuga di Delia avrebbe forse risolto temporaneamente la sua condizione, ma avrebbe lasciato aperta la questione del futuro dei suoi figli, già intrappolati in schemi di violenza e sofferenza. I due figli maschi, imbevuti di sadismo, e la figlia maggiore, vicina a un matrimonio con un partner abusante, ne sono un esempio evidente.
Paola Cortellesi, però, sceglie di offrire un’alternativa a questa ripetizione. Non una fuga, ma un gesto di rottura e di rivolta che richiama la riflessione di Camus: “la rivolta agisce nell’immediato, nel presente, non agisce in funzione di un futuro: il cogito camusiano Mi rivolto, dunque siamo ci dice che dobbiamo vivere e far vivere per creare quello che siamo, non dobbiamo uccidere e morire per creare quello che saremo. L’uomo in rivolta pone dunque un limite e da questo limite nasce la promessa di un valore: la solidarietà”.
In questo contesto, la protagonista compie il gesto più significativo nei confronti della figlia, non solo offrendole gli strumenti concreti per costruirsi una vita indipendente, ma anche lasciandole un esempio di autonomia e affermazione personale.
Delia diventa così simbolo di un passato che è anche presente e di un presente che semina il futuro. La sua lotta contro un marito dispotico, contro norme sociali oppressive e un Super-Io tirannico potrebbe sembrare legata a tematiche ormai superate, soprattutto in un mondo contemporaneo caratterizzato da identità plurali e complesse. Tuttavia, per molte donne, esistono ancora forme di violenza quotidiana e simbolica, visibili anche nel linguaggio, che rendono la sua storia attuale e rilevante.
Se in “C'è ancora domani” domina una incomunicabilità tra i partner della coppia, in “Anatomia di una caduta” sembrerebbe esserci una parvenza residua di comunicazione, che in realtà diventa teatro di rivendicazioni e violenza agita reciprocamente.
La relazione tra i protagonisti del film, Sandra e Samuel, è giunta al capolinea da tempo ma viene tenuta in piedi dal senso di colpa nei confronti del figlio ipovedente Daniel. È un legame caratterizzato dalla frustrazione reciproca che scatena conflitti carichi di rabbia e recriminazioni. Lei scrittrice di successo e lui in piena crisi creativa, entrambi con personalità narcisiste che si scontrano, incapaci di elaborare il trauma dell’incidente del figlio e le reciproche responsabilità genitoriali. Spetta al figlio trovare il modo di perdonare entrambi, scegliendo a quale verità credere per elaborare la morte del padre.
Il film ci porta a riflettere sull’importanza di individuare ed elaborare le crisi di coppia prima che trascendano in azioni esplosive ed impulsive irreparabili.
Secondo il filosofo e sociologo Bauman la nostra società è caratterizzata da “relazioni liquide” (Bauman, 2007). Le persone non si relazionano, ma si connettono per un po’. Come succede con i liquidi, questi legami vengono facilmente fatti scivolare via, sostituiti al primo cenno di stanchezza o troppo impegno, con la convinzione che altrettanto velocemente sarà possibile trovare qualcosa di più soddisfacente. La fragilità delle relazioni è correlata quindi alla soddisfazione immediata dei propri bisogni individuali e alla paura di investire in legami duraturi, vissuti come una responsabilità troppo faticosa.
Conoscersi a fondo, conoscere l’altro e accogliere anche le sue ferite è un dispendio energetico ingente che molti preferiscono evitare, ma è un modo per contrastare il modello delle “relazioni liquide”.
In conclusione, i due film C’è ancora domani e Anatomia di una caduta ci offrono un prezioso spunto di riflessione sulle dinamiche delle relazioni di coppia e sui percorsi individuali di consapevolezza e trasformazione. Entrambi i racconti cinematografici mostrano come le relazioni affettive possano diventare ostacoli alla realizzazione personale, specialmente quando sono intrappolate in schemi di frustrazione, incomunicabilità e narcisismo. Tuttavia, attraverso il linguaggio filmico, emerge anche la possibilità di una rottura e di un cambiamento, sia individuale che collettivo, suggerendo che la salvezza non risiede nella fuga o nella ricerca di un altro legame, ma in un profondo processo di presa di coscienza e di cura delle proprie ferite.
L’angoscia che deriva dalla perdita di autonomia all’interno delle relazioni, come evidenziato nelle due pellicole, richiama temi centrali della psicoanalisi, che ci spingono a esplorare il ruolo delle esperienze passate e della ripetizione di schemi disfunzionali. È in questo contesto che il lavoro psicoanalitico offre uno spazio prezioso per comprendere le proprie dinamiche interiori e relazionali. Il cinema, con la sua forza evocativa, ci ricorda che ogni crisi può diventare un’opportunità per una maggiore conoscenza di sé e per rompere con i cicli patologici del passato.
In questo contesto, il Centro Clinico offre un’opportunità fondamentale per le coppie e per i singoli individui che desiderino lavorare sulle proprie dinamiche relazionali e sulla consapevolezza di sé.
Nel corso delle tre consultazioni gratuite con le coppie presso il nostro centro emergono sempre molte fatiche, ma il fatto di essere lì insieme a sostare in quelle fatiche è un punto di partenza importante per esplorare la relazione e capire se c’è un margine di riparazione.
Allo stesso tempo nel corso delle consultazioni gratuite presso il nostro Centro è possibile conoscere meglio la propria identità individuale, i meccanismi che stanno alla base del proprio modo di stare in relazione e le reciproche ferite. Stare insieme nella crisi di coppia per capire cosa racconta e come prendersene cura.
Attraverso un percorso di consultazione condotto da uno psicoterapeuta psicoanalitico è possibile esplorare in profondità i nodi emotivi che emergono nelle relazioni, comprendendo come le proprie ferite e quelle dell’altro possano influenzare il legame affettivo. Questo percorso non solo aiuta a individuare eventuali spazi di riparazione nella coppia, ma offre anche un’occasione preziosa per ritrovare la propria identità individuale, favorendo una crescita personale che rafforzi la qualità delle relazioni future.
Bibliografia
Bordoni C. (2019). L’eredità di Bauman. Dal postmoderno al pensiero liquido. Roma: Armando.
Camus A. (1957). L’uomo in rivolta. Milano: Bompiani.
* Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica, Diplomata S.I.P.P., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
** Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica, Diplomata S.I.P.P., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
*** Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica, Specializzando IV anno S.I.P.P., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
**** Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica, Diplomata S.I.P.P., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.